dott. Edoardo Balli

Lussazione del disco dell’articolazione temporo-mandibolare: come gestirla

Pubblicato da Edoardo Balli il

Lussazione del disco dell’articolazione temporo-mandibolare: come gestirla

disordini temporo-mandibolari presentano tra i vari sintomi e disfunzioni associati quello dell’alterazione della funzione condilo-discale.

Il disco cartilagineo dell’articolazione temporo-mandibolare ha la principale funzione di evitare il contatto tra le superfici articolaridel condilo mandibolare con le pareti dell’osso temporale del cranio.

Durante i movimenti della mandibola, soprattutto nell’apertura e chiusura della bocca, esso si muove seguendo la meccanica del movimento articolare.

Lussazione del disco dell’articolazione temporo-mandibolare: i sintomi di un malfunzionamento

I sintomi di un malfunzionamento nella meccanica discale durante i movimenti sono riportati come sensazioni di dover riposizionare la mandibola associati ad un click percepibile.

Questi solitamente sono costanti, ripetibili e a volte progressivi.

La presenza di dolore non è un sintomo rilevante come si pensava in passato, e sono spesso ritenuti dalle persone come dannosi, con associata la paura che la mandibola possa bloccarsi senza preavviso.

Scientificamente non è stata riscontrata nessuna correlazione tra i click mandibolari e la maggior probabilità che la mandibola si blocchi.

La perdita di sincronia della mobilità del disco con la mandibola è il fattore che lo fa “deragliare” dal binario su cui dovrebbe scorrere.

L’eccessivo allungamento del comparto legamentoso collaterale è uno dei fattori meccanici che predispone l’insorgenza di questa problematica.

Comunque, la prima causa di insorgenza ha origine traumatica.

Per trauma si intende sia un trauma diretto (solitamente a bocca semiaperta) che la serie di microtraumi dovuti ad una cronica iperattività della muscolatura masticatoria o all’instabilità dell’articolazione.

Lussazione del disco dell’articolazione temporo-mandibolare: i tre tipi di lussazione

Ci sono 3 tipi di lussazione del complesso condilo-discale:

  1. Dislocazione del disco.
  2. Lussazione del disco con riduzione.
  3. Lussazione del disco senza riduzione.

La dislocazione del disco

Questa condizione si instaura quando la componente legamentosa del disco è eccessivamente allungata, ed il disco stesso si trova quindi posizionato anteriormente rispetto alla norma.

La contrazione del muscolo pterigoideo laterale durante i movimenti tende a tirare il disco ancora più avanti, che lo fa traslare in maniera anomala durante l’apertura della bocca.

Il risultato è un click udibile, che può essere sentito sia durante l’apertura che durante l’apertura e chiusura della bocca.

Solitamente la comparsa del click è di origine traumatica, e spesso non è associato a dolore.

Questa condizione non provoca limitazioni funzionali dell’arco di movimento.

Lussazione del disco con riduzione

Quando la tenuta legamentosa è ancora più compromessa, il disco non si articola più col condilo mandibolare e durante i movimenti può rimanere bloccato anteriormente.

Se il paziente riesce a manipolarsi o, tramite il movimento, a sbloccare la mandibola, allora il disco si dice “ridotto”.

Normalmente il paziente riferisce una lunga storia di click articolari, che peggiorano nell’ultimo periodo con la necessità di “sbloccare” la mandibola tramite alcuni movimenti.

Questi passaggi possono non essere dolorosi.

Il movimento di apertura della bocca risulta limitato, con un’evidente deviazione verso il lato disfunzionale, e spesso con un click udibile della ricattura del disco da parte delle strutture legamentose.

Dopo la riduzione, la limitazione del movimento scompare.

Lussazione del disco senza riduzione

L’estremo di questa condizione è data dall’incapacità delle strutture di ricatturare il disco, a causa di un’eccessiva elongazione delle stesse.

L’episodio del blocco della mandibola viene ben riportato dal paziente.

Il dolore conseguente non sempre è presente, e compare nel tentativo del paziente di sbloccare la mandibola, in questo caso senza successo.

La bocca presenta un’apertura al massimo di 30 mm, con una forte deviazione dal lato in cui si blocca il disco ed un fine corsa percepito sia dal paziente che dal fisioterapista come molto duro.

Questa condizione solitamente si presenta nella fase acuta, e quando diventa cronica, le strutture circostanti si adattano creando dei compensi che portano la mandibola ad una buona funzionalità.

In alcuni casi solo la risonanza magnetica conferma la presenza di una lussazione del disco senza riduzione, dato che non possono non presentarsi particolari restrizioni all’esame fisico.

Lussazione del disco dell’articolazione temporo-mandibolare: trattamento

La terapia manuale diretta all’articolazione temporo-mandibolare risulta essere la strategia più efficace sia per gestire la mobilità del disco che per tentare di ricatturarlo.

L’esecuzione conseguente di esercizi per rendere più efficiente la meccanica mandibolare sono altamente consigliati e di fatto sono la strategia con le maggiori evidenze scientifiche a lungo termine.

La gamma di tecniche viene applicata in maniera intra-orale, ovvero con la mano all’interno della bocca del paziente, per un miglior contatto ed un’efficacia maggiore del trattamento.

La tecnica più semplice, ma molto efficace per molteplici condizioni, risulta essere la “trazione dell’articolazione temporo-mandibolare”.

Questa tecnica è in grado di far aumentare l’arco di movimento in apertura della bocca, e ridurre l’attivazione muscolare dei muscoli masticatori.

Sembra inoltre essere più efficace del bite di riposizionamento del disco quando associata ad esercizi della mandibola.

Esistono anche una serie di tecniche di ricattura del disco dislocato.

La tecnica precedente viene seguita da una traslazione anteriore della mandibola.

La riuscita non dipende tanto da quanto tempo il disco si trova in posizione anomala, ma da quanto è “lontano” dalla posizione ottimale.

 Ѐ una tecnica utile in fase acuta, quando il paziente ha dolore nel tentativo di auto-manipolarsi o è timoroso di tentare di sbloccarsi per paura di creare ulteriori lesioni (solitamente quest’ultima ipotesi si instaura al primo episodio).

Nonostante questo, solo in pochi casi la tecnica viene applicata dal professionista.

Nel 72% dei casi il disco si riposiziona ripetendo movimenti di deviazione laterale della mandibola.

 L’approccio manuale, quando eseguito, viene insegnato al paziente per poterlo ripetere nell’eventualità che dovesse ricapitare un altro episodio in futuro.

Conclusioni

Di fatto non esistono fattori che permettono di valutare la probabilità che questo evento possa ripresentarsi.

Sicuramente mantenere una buona meccanica mandibolare e masticatoria è uno dei fattori più indicati per ridurne le probabilità.

La terapia comportamentale, intesa come informare correttamente il paziente circa l’evento che gli è successo ed educarlo su come comportarsi risultano essere fondamentali per una buona riuscita dei risultati, evitando inoltre al paziente una successiva medicalizzazione quando non necessaria.

Dott. Edoardo Balli Fisioterapista a Prato

[Fonte: DossierSalute.com]