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“Non ci sono radici ai nostri piedi, essi sono fatti per muoversi”. (David Le Breton)
L’esercizio terapeutico è la sistematica e pianificata esecuzione di movimenti corporei, posture ed attività fisiche intese a fornire al paziente i mezzi per:
La capacità di essere indipendenti a casa, a lavoro, all’interno della comunità e durante le attività ricreative e sportive dipende dalla funzionalità fisica, oltre che da quella psicologica e sociale.
Un organismo, per poter esprimere al meglio la propria funzione, necessita di alcuni aspetti che devono essere in equilibrio tra loro. Essi sono:
In assenza di patologia strutturale o trauma diretto (es: incidente stradale) il sistema motorio genera dolore e/o rigidità quando perde equilibrio tra queste funzioni. Affinché ogni programma di riabilitazione risulti efficace è sempre necessario che l’esercizio terapeutico venga proposto al paziente e che lo svolga attivamente.
Di seguito le specifiche di come poter affrontare le varie disfunzioni che emergono durante la valutazione, e di come è più corretto porsi nei confronti della riabilitazione motoria.
Esercizi di mobilità: L’utilizzo degli esercizi di mobilità permette di mantenere/recuperare l’arco completo di movimento dei vari distretti articolari e l’elasticità dei tessuti miofasciali. Questi consentono di avere una vasta gamma di possibilità di movimento e di ridurre le resistenze interne date da un sistema rigido, riducendone lo sforzo ed il conseguente affaticamento. In riabilitazione la mobilità di un distretto è sempre correlata a quella dei distretti adiacenti, per cui gli esercizi selezionati coinvolgeranno aree sempre più ampie, nel rispetto della funzionalità del corpo umano.
Esercizi per la performance muscolare: Affinché un distretto muscolare sia efficiente esso necessita di forza, potenza e resistenza. Queste componenti possono essere sviluppate tramite l’esercizio con carico. Con il termine carico si intende ogni tipo di resistenza a cui un muscolo si deve opporre, che può essere dettata da un peso, un elastico, una controforza manuale o la gravità. Il corpo umano è progettato per muoversi, spesso e non in condizioni sempre favorevoli, e per far questo ha bisogno di essere messo in difficoltà, in modo che si adatti a soddisfare il fabbisogno che ognuno di noi gli richiede durante la vita quotidiana. In studio vedremo quali sono i distretti più deficitari, su cui concentrare le nostre energie nella fase di riabilitazione. Ed ora la risposta alla domanda difficile: “per quanto tempo devo fare gli esercizi?”. La risposta è semplice: il programma specifico deve essere rispettato per circa 6 settimane, ma l’attività fisica deve proseguire SEMPRE. Insieme vedremo come poter gestire in autonomia l’attività fisica migliore, se in palestra o all’aperto, rispettando le tue scelte e le tue necessità.
Esercizio aerobico: L’obiettivo di questa funzione è la capacità di svolgere lavoro fisico per periodi prolungati di tempo o di resistere alla fatica. Avere una buona capacità cario-polmonare permette all’intero organismo di rafforzarsi (non solo dal punto di vista muscolo-scheletrico), e questo riduce la probabilità di sviluppare dolore e di recuperare più velocemente dagli infortuni.
Esercizi di equilibrio e senso-motori: Questa gamma di esercizi risulta essere fondamentale in fase di riabilitazione, così come per l’incremento della performance sportiva. Introducendo alcuni concetti: “il controllo dell’equilibrio è fornito da un complesso controllo motorio che coinvolge la scoperta e l’integrazione di informazioni sensoriali che valutano la posizione ed il movimento del corpo nello spazio e la realizzazione di appropriate risposte muscolo-scheletriche per controllare la posizione del corpo all’interno del contesto ambientale e del compito motorio”.
La percezione della posizione e del movimento di un corpo nello spazio necessita di una combinazione di informazioni dai recettori periferici di molteplici sistemi sensoriali che includono i sistemi visivo, somato-sensoriale e vestibolare. Avere carenze di uno o più di questi sistemi fa arrivare al cervello informazioni errate o non precise di dove il corpo è posizionato. Ne nascono di conseguenza movimenti o posizioni non efficienti che, se ripetute spesso o in associazione ad altri disturbi, possono far sviluppare disfunzioni e dolore che si protraggono nel tempo oppure sporadicamente, ma costantemente, si manifestano con eventi acuti.
Dato che la storia clinica di ogni persona ed il contesto in cui vive è unico nel suo genere, i programmi di esercizio terapeutico sono individualizzati e personalizzati ai bisogni di ogni paziente. Tramite la valutazione verranno individuate le condizioni fisiche che creano la disabilità ed il disequilibrio che ne sta alla base. Verranno sempre lasciati semplici esercizi da poter eseguire a domicilio, mentre la progressione e gli esercizi più complessi verranno svolti in studio, finché il paziente non è in grado di gestire il suo disturbo in autonomia e sicurezza.