dott. Edoardo Balli

La manipolazione fasciale

Pubblicato da Edoardo Balli il

manipolazione fasciale

La manipolazione fasciale è una tecnica manuale che il fisioterapista adotta in caso di tensioni psicofisiche dolorose.

La fascia: cenni anatomici

La fascia è un organo vero e proprio, che presenta caratteristiche uniche al pari dei muscoli, tendini, ossa e legamenti.

Tra i tessuti del corpo umano che possono generare dolore muscolo-scheletrico, la fascia ricopre un ruolo fondamentale.

Viene definito come un organo sensoriale, data l’altissima concentrazione di recettori della sensibilità e del dolore (che possono diventare la fonte delle sindromi dolorose miofasciali).

E’ in assoluto il nostro più importante organo per la propriocezione.

La fascia forma una rete tensionale continua in tutto il corpo umanoche copre e collega ogni singolo organo, muscolo e nervo.

muscoli non trasmettono tutta la loro forza ai tendini, come si pensava in passato, ma distribuiscono una gran parte della loro contrazione alla fascia.

La fascia trasmette le forze sia ai muscoli sinergici (che collaborano al movimento), che agli antagonisti (che si oppongono al movimento).

Questa trasmissione può influenzare regioni del corpo più lontane.

Questa visione della fascia rende obsoleta la considerazione che per recuperare un movimento è necessario concentrarsi su un singolo muscolo.

muscoli non sono unità funzionali, perché il movimento è generato da più muscoli, la cui contrazione, trasmettendosi tramite la fascia, genera l’azione finale.

Analogamente è stato dimostrato che la rigidità ed elasticità fasciale svolgono un ruolo significativo in molti movimenti del corpo umano.

Funzionalità fasciale

La funzionalità della fascia è gestita dalla presenza di acido ialuronico tra i vari strati fasciali ed i tessuti che attraversa, garantendo una minima resistenza all’attrito ed uno scivolamento più fluidopossibile.

Le densificazioni che possono crearsi generano un aumento dell’attrito e della resistenza di questo organo, compromettendone la funzionalità.

Nel dolore muscolo-scheletrico sono rari i casi in cui l’origine del dolore del paziente sia nella stessa zona nel quale viene percepito.

Questo è uno dei motivi per cui la prescrizione di esami diagnostici andrebbe fatta successivamente ad un’attenta valutazione, per avere conferma che stiamo indagando sul giusto segmento corporeo.

Il dolore miofasciale spesso mima il tipico dolore neuropatico (sciatica / ernia cervicale).

Disfunzione fasciale: le cause e i sintomi

Principale causa delle disfunzioni della fascia sono:

  • Traumi.
  • Incidenti passati.
  • Interventi chirurgici.
  • Posture mantenute.
  • Movimenti ripetitivi.

Essa può compensare e rimanere latente per anni non dando nessun tipo di avvertimento della riduzione della funzionalità.

Quando si perde questo equilibrio cominciano a manifestarsi i sintomi.

 Il più frequente è il dolore, ma possono manifestarsi anche:

  • Formicolii.
  • Diminuzione della forza.

Tipicamente l’utilizzo di antiinfiammatori non reca nessun beneficio, spesso neanche momentaneo, mentre il movimento in generale crea sollievo anche se temporaneo senza trattamento specifico.

La valutazione della disfunzione fasciale

La valutazione comincia sempre con un’approfondita raccolta dati, da cui iniziano le ipotesi sulle aree del corpo da cui origina il dolore.

Particolare attenzione viene posta sul movimento doloroso che risveglia maggiormente il sintomo del paziente.

In presenza di dolore articolare, occorre effettuare una verifica motoria per risalire all’unità miofasciale responsabile di quel dolore.

La richiesta di effettuare precisi movimenti, orienterà la successiva valutazione manuale.

La verifica palpatoria sarà mirata poi alla ricerca di punti fasciali attivi nell’area individuata dalla fase precedente della valutazione.

Inoltre, mira sul proseguimento delle catene fasciali per individuare cause che si trovano a distanza dalla percezione del dolore.

Ad esempio, molti dei dolori percepiti sul collo o sul braccio hanno origine dal rachide toracico e dalla scapola.

Disfunzione fasciale: il trattamento

La sede del punto fasciale che necessita manipolazione non è dolente fino a che non lo si trova con la palpazione.

I punti più dolorosi sono quelli da cui comincia il trattamento e spesso recano dolore riferito nell’area descritta dal paziente come la zona in cui percepisce il dolore.

La manipolazione fasciale è una tecnica dolorosa, anche se dura pochi minuti per ogni punto fasciale che necessita di essere trattato.

Quando il dolore diminuisce di almeno la metà ed è percepito solamente locale dove avviene la pressione si può procedere al punto successivo o alla richiesta del movimento doloroso per verificare se sono avvenute modificazioni.

Tale modificazione è immediata dopo il trattamento.

La manipolazione può infiammare le aree trattate con una reazione riparativa benefica per la fascia.

Nei primi 2-3 giorni successivi è possibile avere un ritorno del sintomo dovuto alla reazione infiammatoria.

Il beneficio della manipolazione si presenta nell’arco di 7-10 giorni dalla seduta.

La manipolazione fasciale risulta essere un ottimo strumento nelle mani del fisioterapista e, come per altre tecniche di terapia manuale, riporta la massima efficacia in un approccio integrato assieme all’esercizio terapeutico.

Dott. Edoardo Balli Fisioterapista a Prato

[Fonte: dossiersalute.com]